Per sedersi al bancone dovete avere chiaro il vostro obiettivo.
Volete davvero fermarvi in quel bar ?.
Ecco che l’identificazione con il barman e con il luogo è fondante.
Quanto siete disposti a provare, che cosa vi aspettate, quale è la vostra esperienza. Se siete arrivati sino li. Motivatevi: aprite mente e cuore.
Chiedetevi come ci siete arrivati e come eventualmente vorreste uscirne.
State cercando solide abitudini?
Un rimorchio ? Una notorietà.
Vi hanno detto che passeranno gli amici, attendete una donna, fate l’aperitivo ?. Volete scrollarvi di dosso la fatica della giornata ?.
O raccontare a qualcuno la triste storia della vostra vita ?
Identificare il luogo: Ogni bar e ogni barman esprimono la loro capacità attraverso dei segnali.
Primo segnale : La rastrelliera
Alle spalle del Barman C’è IL SUO SANTA SANCTORUM. Osservate con attenzione il livello dei liquori. Ci sono mediamente tre fasce di prezzo per ogni tipologia di prodotto: Economico, medio, alto e poi il vostro molto buono.
La caraterizzazione del Molto Buono dipende da tre fattori : il portafogli
la vostra conoscenza, la proprietà.
Al di sopra dei gusti personali, io ad esempio ho preferenze strambe, con una netta deriva verso amari e liquori al limite della bevibilità, considerate che ad ogni fascia di prezzo coincide un minor rischio di intossicazione.
É ovvio che se entrate da un indianino di Banglatown a Tor Pignattara alle due di notte, con cinque euro in tasca, la scelta è ridotta, quanto opinabile.
Viene da se, che se un whisky porta la dicitura 40 anni single cask single malt sarà nettamente più caro di un blended canadese.
Secondo: L’ordine del bancone, offre lo spunto per una riflessione sulla personalità, se ne intravede il potenziale, l’origine, le influenze e la direzione. I liquori distribuiti alle sue spalle sono indice delle sue convinzioni, o dell’eventuale prodotto sponsor dell’attività.
Se un marchio è su ogni cosa, bicchieri, glassete, shaker manifesti e specchi, probabilmente la vostra scelta sarà indirizzata verso quel prodotto specifico, e le sue varianti. Altri più consolidati e abituali usano poche bottiglie e poche sostanze ma in questo caso sono maniacali ed esprimono in poche bottiglie la loro miglior ricetta. Io preferisco la seconda delle ipotesi.
Meno prodotti e più specializzazione, mi danno l’idea di rapportarmi con chi ha ferme convinzioni e provare un esperienza reale. Nell’individuazione del tipo di bar che scegliete la disposizione dei prodotti e degli attrezzi è fondamentale. Dove ha messo le vodka e i gin, dove i bitter? Usa la frutta fresca ? Ci sono birre, e di che tipo ? Ci sono Vermouth, liquori ? Estrattori ed altre diavolerie?. Questo vi permetterà di ordinare senza indugi la cosa che vi viene in mente al primo colpo.
Niente di peggio può essere quella di esclamare “Vorrei quel liquore con quel liquore che beveva hemingway, ma piu secco, tipo rum e mela verde”.
La faccia del barman passante da disgustato. Ad un più sgarbato “che palle eccone un altro” non vi aiuterà al portare al meglio la serata.
La capacità di essere sicuri delle vostre convinzioni è del tipo : qualcosa di secco, poca frutta, oppure “Martini” o semplicemente “Negroni”, o quello che sapete vi piace di più e poi incrociate le dita.
Terzo : L’ambiente qual’è ?
Ci sono specchi, raffinate tovagliette, luci soffuse, divani comodi o sedie pieghevoli. Non è sempre indice di qualità ma l’arredamento agevola il piacere della sosta. Poi è vero che un uso estremo di gingilli e poca sostanza possono essere fastidiosi. O è vero anche che in alcune bettole potreste trovare un miracolo. Ma solitamente l’ambiente trasuda l’aspettativa, e un servizio cortese quanto allegro è dal mio punto di vista il giusto compromesso.
Quarto : la Cortesia e la Pulizia.
Seguono la Professionalità e la preparazione. Per cortesia mi attendo un buonasera o un buongiorno, un sorriso quando possibile e la possibilità di essere un ospite gradito (dico la possibilità potrei essere davvero fuori orario o fastidioso). Infine l’ultimo degli aspetti è il prezzo che pagherò alla fine: considerato in rapporto alla qualità del servizio, dei prodotti consumati, e della location o del luogo dove sono.
Buone Maniere: Se entrate per la prima volta. Dopo il saluto di rito è bene chiedere se ci si può accomodare, salvo il locale sia totalmente vuoto.
Una volta seduti guardatevi intorno. Cosa provate cosa vi ricorda quel luogo.
Ora supponiamo che siamo in un bar buono, sentite qualche odore sgradevole?
Sarà compito del barman e del cameriere se c’è, mettervi a vostro agio e catturarvi. Cercherà di stupirvi con la sua capacità. Cosa gli riesce meglio, sarà piazzato tra le seconda e la terza domanda proposta. La prima domanda è neutra. La seconda mira a farsi dire cosa vi piace. La terza pone un alternativa che non era nello standard. Ora se vi va di capire, fatevi un idea veloce dei suoi gusti, limitatevi a essere chiari con voi stessi. Se volete tornare o meno in quella situazione. Un semplice gin tonic (e qui vi chiederà quale gin mettere), o un buon negroni, o se vi piace di più un Martini sono di norma i due tre base che vi permettono di capire di che pasta è fatto. Potrebbe obiettare che la lista è lunga e ci sono le specialità della casa. Lasciatelo fare. Ma il gioco si ribalta. Alchimie complesse e strutture a più di tre componenti alle volte sono rischiose. Ma se segue il racconto del cocktail e della sua genesi allora siete passati avanti di un passo.
Quando deciso il cocktail, attendete pacifici e assaggiate con gli occhi chiusi.
Il resto raccontatemelo.
È la vostra di esperienza.
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