Archivi tag: agosto

Cemento: sesto capitolo di – Agosto è il mese più freddo dell’anno

Cemento

viarodolfovalentino_1_original

Via Conti è un fabbricato enorme, grigio, con 9 torri/scale. Opera del 1970 dello studio Passarelli , lo stesso architetto che ha progettato corso Sempione a Milano e La Banca d’italia. É famoso per essere inquadrato e usato come sfondo nel film Bianco Rosso e Verdone di Carlo Verdone.

via Conti è uno stradone di un chilometro circa che contiene circa 1000 appartamenti 36 scale tanto da essere contraddistinte da codici alfanumerici. Sono abitazioni popolari. Qui c’è la casa di Riccardo e della madre. Una casa operaia, dignitosa e malandata.

Riccardo passa sotto le gallerie ponte di parcheggi sotterranei, spegne il motore, scende dalla macchina, passa per due rampe di scale ed entra nei palazzoni. È un lungo labirinto che neanche Dedalo avrebbe potuto immaginare. C’è una prima fila di case basse da un piano coperte dalle antenne satellitari da cui si copre la strada. Mentre ti addentri tra le scale a chiocciola si vede di tutto: carte straccia, Santini, lari, edicole, rifiuti vari, cataloghi di Ikea abbandonati e scritte sui muri inneggianti destra e a sinistra o all’uso delle droghe. Dio qui c’è sempre. Carrelli abbandonati e motorini anche no, sostano al terzo piano su strane piazze in cemento e gomma da palestra. I Graffittari, non so se per mancanza di studi classici o per volontà, usano font illeggibili e scrivono sgrammaticato, tanto che dei segni sulle pareti intuisci poco. La maggior parte scrive lasciando agli operai del comune, che magari un giorno verranno a toglierle, spiegazioni che la sera prima hanno scopato Cinzia o Samantha (si con l’acca). Altre inneggiano ad anarchie assieme ai fasci littori, infine la fanno da padrone Lazio o Roma e correzioni una sopra l’altra.

ater-tufello

Riccardo prende le scale, si fa il segno della croce davanti ad un’edicola di una Madonna. Le scale sarebbero bianche, ma sono sporche e il cemento è logoro. All’interno di casa Annamaria attende in una consunta vestaglia bianca, capelli bianchi sciolti ma con una certa compostezza.

Sorseggia un caffè. Mentre si sente la chiave che gira. La porta che si apre.

Riccardo entra e grida : “ciao Ma”.

Anna Maria: (scocciata e brusca) “voi il caffè ?”.

Riccardo “si grazie” – entra e le bacia la fronte -.

Annamaria si alza e versa un caffè non guarda nemmeno il figlio: “Ma’ndo vai in giro tutta la notte? Mi fai stare in pensiero.

Perché non ti cerchi un lavoro?”.

Riccardo: “Ma io lavoro – tentenna- faccio il Dj c’è la crisi”.

Anna Maria: “C’hai trentacinque anni e ragioni come un pupetto se ci fosse ancora papà tuo”.

Riccardo: “ho fatta la domanda alla SDA m’ha detto Gianni che me ce infila”.

Anna Maria : “seh e tu credi ancora a Gianni, vai da Mario te pja”.

Riccardo: “Ma non vojo lavora ar mercato”.

Anna Maria: “De notte ce lavori già. Il banco è ‘na sicurezza”

– mentre gli zucchera il caffè –

Riccardo: “Grazie” – beve un sorso –

Ma poi me lasci cinquanta sacchi, devo fa’na cosa ?”.

Lei scocciata, sorride amaro, fa cenno di si colla testa, si alza ed esce dalla cucina.

Mentre Riccardo si siede a bere il caffè.

36180-bronson2b20122b315

Alba a Casa

Una scrivania ingombra1:posacenere colmo di sigarette spente, fogli di carta, cavi per il computer vari, jack, uno stereo anni 70, casse e dischi libri impilati in terra, cestini, quotidiani alla rinfusa, cd ed altro ancora. Davide di schiena, fuma una sigaretta di quelle fatte a mano, guarda i fogli uscire dalla stampante, li legge e riflette, si ferma guarda l’orologio. Si reca in cucina.

Davide: sulla quarantina, alto, finto trasandato, belle mani occhi chiari, sguardo da dritto, barba non fatta e capelli biondi spettinati mezza lunghezza, entra con una cartella, la faccia è soddisfatta la camicia è da stirare. Raccoglie dal tavolo un cornetto già morso, tra le tazze di caffè sporche e qualche lattina di birra, segno evidente di una nottata, e del disordine generale. Carica una caffettiera da 6/9 tazze.

La pone sul fornello e l’accende.

Accende anche la radio (ascolta la rassegna stampa)

Si trova a riflettere su Cos’è “La crisi “ ?, è un modo per annunciarci la fine del mondo del consumo, la fine del sogno americano. La libertà di consumare e farci belli con i soldi degli altri. Ecco che arriva il debito dello Stato, la siccità, l’allarme agrario, il presidente del consiglio garantisce che non ci sarà   la manovra finanziaria, come i saldi di fine stagione.

poi a Settembre passate le vacanze, troveremo le bollette con il rincaro a causa della congiuntura; una manovra aggiuntiva dovuta all’Europa che ce lo chiede.

Segue la notizia del caldo imminente e la ricetta per Ferragosto. Ma a Roma si sa Pollo coi peperoni, che mi frega dei milanesi.

Qualche vecchio attore si è sentito male, o magari è morto.

Una montagna nel Nord è franata.

Nel mentre da qualche parte in Medio Oriente bombardano,

E’ nato il principe di Inghilterra,

La rubrica delle diete.

L’oroscopo … ?

Davide si siede e accende un mozzicone raccolto dal posacenere d’argento, una sigaretta artigianale di quelle a tabacco.

Incroci nel traffico

Su un autobus di linea2. Melissa seduta, guarda fuori dal finestrino e vede Lucia uscire dal portone di casa. Melissa ha uno scatto e si sbraccia per salutarla con la mano. Lucia non la vede, si gira, è indaffarata. Lucia vestita in tailleur, tacco basso. Cammina tra le decine di macchine parcheggiate in ogni modo e dove. Sono come delle formiche accavallate. Sale nella sua di macchina facendo strani movimenti per entrare, alla fine sedutasi, accende il motore, mette la radio e parte (accendendo la radio).

Onda verde ha il solito bollettino di guerra del traffico.

Anche ad agosto ci sono code sul Gra e su tutte le consolari.

Passa così al Tufello (via Capraia) davanti alla casa di Giancarlo che ancora con la divisa, entra nel portone.
1504.gif

Giancarlo sale le scale e alla seconda rampa incontra Marta che scende di corsa, vestita con la divisa da supermercato. Una Camicia bianca molto stretta che le evidenzia le curve, un foulard, una gonna blu.

Giancarlo: “ciao.”

Marta :“Ciao, scusami bello, Smack – lanciando un bacio con la mano – ma sto in ritardissssimo, ciao teesòro”.

Giancarlo: “Ciao”. Giancarlo apre la porta di casa e vi entra.

(Casa di Giancarlo) L’ambiente è buio, scarno di mobilia, le persiane chiuse per non fare entrare la luce che filtra comunque. Ci sono delle foto sul frigo, famiglia con bambini al mare di Fiumicino o di Ladispoli, qualche magnete, la casa è nel complesso sporca, disordinata.

Giancarlo Entrato in cucina appoggia le cose sul tavolo.

Trova un biglietto:

“Siamo partiti, nel frigo la parmigiana. A domenica”

Il frigo è praticamente vuoto. Giancarlo lo apre prende una birra economica la stappa e ne beve, si sposta uscendo dal campo visivo.

Incroci nel traffico

L’autobus arriva alla fermata del mercato del Tufello, fa la fermata ne scendono persone, Sbuffando riparte a passa rapido ed esce dal campo visivo3.

Melissa attraversa la strada e si reca al mercato imbronciata.

Passa prima tra i banchi dei raccatta monnezza e degli zingarelli, poi passato il forno arriva ai banchi della frutta dove la salutano, quindi si ferma ad un banco ne prende un frutto.

Sorride alla signora. Lo pulisce sul vestito e lo morde. Riesce a sinistra e va verso i banchi dell’abbigliamento.

Davide esce dal portone di casa.

romasparita_14307

Si ferma per accendersi una sigaretta, non si fuma per le scale, tira una boccata, alza gli occhi, quando l’alone della sigaretta lo supera e si dilegua, vede Melissa tra i banchi.

Lei si aggira, guarda tra le bancarelle, e quando dopo un attimo si ferma e dal mucchio prende un vestitino bianco di lino, che prova mettendolo sulle petto e le spalle. Le calza bene. La cosa la mette di buonumore. E’ solare, di una bellezza unica, cosi sorride e si illumina. A Davide cade la sigaretta.

Melissa davanti ad uno specchio viene illuminata da un fascio di luce riflessa.

Davide le si avvicina, attraversando la strada senza guardare.

Un furgoncino dell’ SDA inchioda.

Alla guida c’è Gianni, suona il clacson e fa valere la sua professionalità urlando :

A rincojonito e bevitelo il caffè prima de suicidatte”.

Davide alza il braccio per scusarsi.

1Stacco: http://youtu.be/GUBr9PRWj9s I Cani “Le Velleità”

2 http://youtu.be/T5Cp55MvX54 Daughter – “Get Lucky” (Daft Punk cover)

3http://youtu.be/sazroMF4Bxk Imogen Heap ft. Jeff Beck- Blanket

Notte di San Lorenzo cap.1

La notte di San Lorenzo

A Roma non si vedono stelle 1

Ve ne potete accorgere arrivando di sera al casello dell’autostrada, superata la pompa di benzina sulla salita della collina di Settebagni quando vi compare la rocca di Fidene e le luci della città. Potreste osservare una specie di aurora boreale con lame di luci gialle, viola, rosso che si muovono dentro una nube di smog. Salendo cambiano colore: passando dal rosso Carminio al nero cupo. Anche l’odore, la densità dell’aria cambia e diventa calda. Roma vista da noi che veniamo dalla campagna, citando Paolo Conte, ti avvolge in un abbraccio appiccicaticcio e dolce.

Nel 2012 abitavo a via delle Vigne nuove Montesacro, in un palazzo di sei piani, in un appartamento di un amico. È a due kilometri dal GRA. Ero solo, temporaneo in quell’Agosto torrido. Poca la compagnia in genere, conoscevo solo la vicina di casa, cinquantina, del medesimo pianerottolo. La sera mi invitava a ballare il tango. Andammo al cinema un paio di volte, vestiva sempre di nero. Lei lo trovata elegante.

La Notte di San Lorenzo, alle due di notte, mentre stavo affacciato al balcone, fumando l’ennesima sigaretta. Cercavo inutilmente di vedere, tra i lampioni, le stelle cadenti sopra il prato della Bufalotta. Sono anni che cerco di esprimere un desiderio. Sempre uno, ma i desideri non si possono avverare a Roma, non si vedono le stelle, figurarsi quelle cadenti.

Poi dal nulla un bagliore rischiara la notte. Segue un boato sordo, e un urlo agghiacciante. Per un attimo trema tutto. Di nuovo il silenzio. Rumori di passi.

La città si risveglia, qualcuno grida, altri aprono porte. Squillano telefoni, un bambino piange per lo spavento. Qualcuno scende in strada. Luci accese ovunque. Nell’androne – ponte sotto la mia scala arrivano le volanti, entrano, poliziotti corrono, inseguono qualcuno ?!!. Con i fari illuminano a giorno. “Si, cercano qualcuno”.

Una volpe femmina con la coda macchiata dal grasso delle auto, che chissà come ha fatto la tana proprio tra i palazzoni e i centri commerciali in costruzione, spaventata da tante attenzioni, gira in tondo. Forse vorrà distrarre l’uomo dai i suoi cuccioli ?.

Io non lo so. Ci penserò domani. “Buonanotte. Notte a te, mia piccola spaventata volpe che mi fai compagnia”. Anche tu, sembri una fuori posto.

1 Unkle_ Nocturnal  

Agosto è il mese più freddo dell’anno. Cap III tornando a casa

Tornando a casa.

Nella città sonnacchiosa e deserta, Riccardo e Marta viaggiano con la musica di sottofondo1. Mentre i fari veloci illuminano gli stradoni di Ambaradan, San Giovanni in Laterano, via Labicana, Porta Maggiore, Scalo San Lorenzo e la Tangenziale est, vecchia e nuova, sottopasso e gallerie, via Nomentana. p13979-620x350 I lampioni scorrono veloci tra la città che si sveglia con le prime luci accese nei palazzoni e i semafori che lampeggiano a giallo intermittente. Arriva piazza Sempione è ancora gremita di gente, qui il divieto della vendita di alcoolici non è arrivato, il sindaco la considera una città non sua. Riccardo sale per via Cimone, scala rapido la marcia, terza andante lieve svolta e arriva a viale Adriatico mentre il fioraio arabo all’angolo si sveglia ed esce dalla sua tana per innaffiare le piante esposte, via così Piazza Monte Gennaro, cornetti di notte e mezzi della nettezza urbana. Isole Cursulane ed ecco il Tufello. Arrivano al ponte del collettore di Talenti, via delle vigne Nuove. Notano le pattuglie della Polizia come tante formichine blu. Riccardo sembra non dare segno di rallentare, Marta ha un sussulto: “Amo’ oh sta in campana che nun li vedi ?”. Riccardo: “scialla, cercano qualcosa non è un posto de blocco staranno a sgombra gl’abusivi”. Pesta sul pedale, accelera e scarta a sinistra cosi tirano oltre. Galleria Porta di Roma 10-2 Dopo la curva a sinistra passano davanti al Centro commerciale. Qua la macchina sfreccia veloce emettendo un suono attutito dai finestrini, pieno di bassi (unz unz).

1(Ian Brown “Solarized” http://youtu.be/ii_vqcKdKw4)

Agosto è il mese più freddo dell’anno. Cap II notte di San Lorenzo.

Notte di San Lorenzo

Ole che bella festa all’aperto1. Ci sono tante persone sudate. Corpi saltano o ballano, è solo un punto di vista. Una miriade di camicie bianche, di lino, come sintetiche. Potresti riconoscere il quartiere di provenienza dei corpi sudati guardando il tipo di camicia che hanno addosso, o il taglio dei capelli. Tante belle ragazze, schiene nude, sudate, seni in trasparenza, e glitters. Le luci colorate tagliano l’aria, fanno si che solo per brevi momenti si intravedono i corpi che danzano al rumore della musica elettronica. Il volume è talmente alto che qualsiasi cosa tu chieda al Barman ti danno solo due cose un Mojito allungato o una birra media, “Tanto costano uguale”.

Ritta alla console, una ragazza, agita il braccio destro facendo schioccare le dita, alle sue spalle video montati in velocità passano di tutto: bombe in Iraq, donne nude che copulano con negri dalle dimensioni del pene di molto superiori alla media, animali che giocano con gomitoli di lana.

Lei è fiera e con le cuffie d’ordinanza, ritta in consolle c’è la Dj Flavia. Riempie le feste gay, le più fighe di Roma. Sul palco vicino a lei, saltella Riccardo: trent’anni o poco più, moro dal capello corto quasi militare e troppa gelatina. Muscoloso col tatuaggio di ordinanza, occhi chiari quasi blu, un accenno di barba disegnata. E’ magro e ha un bel sorriso, lo sguardo sfacciato, un tipo. Veste Jeans e maglietta, ha rigorosamente gli occhiali da sole di marca. Non sono dei falsi, sono veri, anche se li ha comprati a Porta Portese, come si dice “sono Vintage”. Riccardo salta, beve, muove il braccio a tempo. Sta facendo le pose per un ideale fotografo.

Sale sul palco, e si nota bene, una ragazza mora, Marta: alta, sui trent’anni, schiena nuda tatuata di ordinanza, Indossa un vestito trasparente molto, molto corto, da sera, al limite quasi da locale di scambisti.

E’ terribilmente sexy, è bella, sanguigna, prosperosa, coatta, eccessiva quanto basta, ha il trucco pesante con i colori sgargianti, è appetitosa.

Marta (urla): “A Ricca, daje ‘namo”.

Lui la bacia e fa un autoscatto col cellulare. Dicendole: “n’attimo Amo’” ( lo dice urlando e con le cinque dita aperte a “cinquina”).

Si gira, va a salutare la DJ, poi come fosse un divo saluta anche la gente che balla. – che nel mentre si fanno gli affari propri -.

La DJ si toglie le cuffie, lo bacia cordialmente sulla guancia, poi con maggiore trasporto bacia e saluta la ragazza. Calza le cuffie, cambia disco e alza il volume, battendo le mani a tempo.

images

La festa impazza La gente balla sudando ancora. Marta e Riccardo si avviano per l’uscita, passando per il parco. Qua bivaccano dei ragazzi. Alcuni stanno seduti su panche e sedie, altri sdraiati direttamente sull’erba, quando c’è. Le bottiglie di alcool e i bicchieri di plastica sono ovunque. Canne, e sigarette spente, bottiglie vuote.

Una coppia amoreggia quasi svestita e con troppa enfasi, nel prato davanti ai bagni. Una ragazza balla, si scopre il seno, mentre la tavolata batte il tempo. Ovunque telefonini squillano o fanno foto. Gente che chatta.

Marta e Riccardo guadagnano l’uscita passando davanti ad un colosso vestito di nero. Il buttafuori saluta con un cenno del capo Marta: “ciao Fa’”, sorride a Fabione che richiama la sua attenzione : “Pensace, a sta cosa”. Marta fa un cenno di si con la testa. Poi guarda Riccardo, come dire e tu non saluti ?. Riccardo saluta con un cenno della mano: “Ciao! Fabio”.

Escono alla luce fioca dei lampioni. Marta: “Con tutto quello che c’avemo da fa’, daje è tardi”.

Riccardo: “eh Scialla, è tutto sotto controllo, -pausa – Ma che te voleva di’ Fabione ?”. Marta: “nulla d’importante ma chiesto de tornà’ colloro pe cantà”. Riccardo alza il piglio: “e te che je hai detto?“. Marta: “Boh, cioè nun lò so’”.

Entrano in macchina Riccardo accende il motore. Ingrana la retromarcia, accende lo stereo mette un pezzo di musica, unz’ unz.

Marta si toglie il tacco 12, stende le gambe mette i piedi sul cruscotto.

Accendendo due sigarette.

1 http://youtu.be/LmEBWrjdvTs Lost Where I Belong – Andreya Triana (Banks Remix)

Notte di San Lorenzo cap.1

La notte di San Lorenzo

A Roma non si vedono stelle 1

Ve ne potete accorgere arrivando di sera al casello dell’autostrada, superata la pompa di benzina sulla salita della collina di Settebagni quando vi compare la rocca di Fidene e le luci della città. Potreste osservare una specie di aurora boreale con lame di luci gialle, viola, rosso che si muovono dentro una nube di smog. Salendo cambiano colore: passando dal rosso Carminio al nero cupo. Anche l’odore, la densità dell’aria cambia e diventa calda. Roma vista da noi che veniamo dalla campagna, citando Paolo Conte, ti avvolge in un abbraccio appiccicaticcio e dolce.

Nel 2012 abitavo a via delle Vigne nuove Montesacro, in un palazzo di sei piani, in un appartamento di un amico. È a due kilometri dal GRA. Ero solo, temporaneo in quell’Agosto torrido. Poca la compagnia in genere, conoscevo solo la vicina di casa, cinquantina, del medesimo pianerottolo. La sera mi invitava a ballare il tango. Andammo al cinema un paio di volte, vestiva sempre di nero. Lei lo trovata elegante.

La Notte di San Lorenzo, alle due di notte, mentre stavo affacciato al balcone, fumando l’ennesima sigaretta. Cercavo inutilmente di vedere, tra i lampioni, le stelle cadenti sopra il prato della Bufalotta. Sono anni che cerco di esprimere un desiderio. Sempre uno, ma i desideri non si possono avverare a Roma, non si vedono le stelle, figurarsi quelle cadenti.

Poi dal nulla un bagliore rischiara la notte. Segue un boato sordo, e un urlo agghiacciante. Per un attimo trema tutto. Di nuovo il silenzio. Rumori di passi.

La città si risveglia, qualcuno grida, altri aprono porte. Squillano telefoni, un bambino piange per lo spavento. Qualcuno scende in strada. Luci accese ovunque. Nell’androne – ponte sotto la mia scala arrivano le volanti, entrano, poliziotti corrono, inseguono qualcuno ?!!. Con i fari illuminano a giorno. “Si, cercano qualcuno”.

Una volpe femmina con la coda macchiata dal grasso delle auto, che chissà come ha fatto la tana proprio tra i palazzoni e i centri commerciali in costruzione, spaventata da tante attenzioni, gira in tondo. Forse vorrà distrarre l’uomo dai i suoi cuccioli ?.

Io non lo so. Ci penserò domani. “Buonanotte. Notte a te, mia piccola spaventata volpe che mi fai compagnia”. Anche tu, sembri una fuori posto.

1 Unkle_ Nocturnal